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L'Eroica

Italia

novembre 2007

L'eroica (Reportage del Naturaider Sebastiano Favaro)
"… un viaggio come il vino da assaporare piano piano"

Pare che il ciclista d'altri tempi non debba tramontare mai. Per capire una passione vanno ricercate le forme più particolari ed emozionanti e io, amante incontrollato delle due ruote non potevo non accorgermi di una manifestazione ricca di bellezza e polvere come l'EROICA.


Questa manifestazione si sviluppa nel Chianti su percorsi con distanze variabili da 38 a 205km prevalentemente su strade bianche rievocando con bici abbigliamento e ristori d'epoca gesta di eroici uomini che pedalavano con tenacia e volontà indomabile il secolo scorso.
Portata a termine la prima volta nel 2005 con una mtb dopo una serata tra Naturaider pappardelle di cinghiale e vino, ancora prima di terminarla sentivo che qualcosa non andava. Mi sentivo fortunato ad aver scoperto un evento simile ma allo stesso tempo mi sentivo un intruso e un po' in colpa. Il mio abbigliamento e il mio "cavallo di battaglia" erano troppo diversi dagli eroici che faticavano tra la polvere attorno a me. Mi dovevo preparare per l'edizione successiva e per il fatto che nulla viene per caso durante l'inverno complice un bicchiere di vino e un amico curioso sulle mie scorribande in bicicletta scopro una bici d'epoca dimenticata in un garage. Contratto velocemente il prezzo, troppa era la gioia di iniziare a sistemarla.
Riportata alla luce, inizia frenetica, la ricerca di informazioni sul restauro necessario per affrontare l'epica impresa. A vista non manca nulla, di ciò che viene considerato "eroico" cavi freno esterni, comandi cambio nel tubo obliquo pedali con cinghietta su cui alloggiare i puntapiedi e sella italia di cuoio.
La mia Bianchi Ghisallo risalente agli anni '60 come una prima donna acquistava tutte le mie attenzioni.
Prima missione cercare testimonianze. E fu così che arrivai quasi per caso a Cesiomaggiore in provincia di Belluno paese della bicicletta e sede del Museo storico "Toni Bevilacqua". A curarlo come un figlio Sergio Sanvido ex eroico corridore e ora qualificatissima persona utile per il mio restauro. E' disponibilissimo a chiacchierare di corse e tubolari ma soltanto dopo avermi mostrato gli oltre 200 esemplari ed i numerosissimi cimeli appartenuti ai campioni del passato.
Carpisco utili dettagli, come l'olio di vaselina da spalmare per almeno venti giorni sulla sella in cuoio, "diventerà morbidissima" mi dirà. Mi suggerirà poi di controllare ed eventualmente cambiare le sfere e i coni dei mozzi ruote, della guarnitura Campagnolo e della serie sterzo.
Base di lavoro come sempre l'officina dei fratelli Scavezzon dove tra Cannondale e Trek per alcuni giorni un mezzo meccanico "diverso" prenderà posto attenzione e curiosità dei clienti.
Attrezzi usati oltre alla vista acuta di Emilio meccanico professional che mi assisterà nel lavoro qualche chiave inglese un martello e tanta pazienza. Inizia così a colpi di martellate il tentativo di togliere i prigionieri che bloccano le pedivelle e contestualmente iniziano anche i miei pensieri "e se mi si sbloccano mentre pedalo?che fine farò?Mha…..
Dopo poco e la volta della serie sterzo e dei mozzi. Devo stare attento a non perdere le sfere che dopo decenni ritrovando la libertà pensano bene di sperdersi per l'officina. La catena mi pare antica ma a posto il cambio Valentino Super della Campagnolo lavora bene e ne cambierò per sicurezza soltanto i cavi utilizzandone due di usati recuperati nella cassetta del ferro vecchio (Bartali nel '49 usava il cavo frizione di motocicletta perché più robusto e sicuro). Una leggera centratura dei cerchi e una più energica pulita renderà le due ruote lucenti e brillanti. Ora c'è da ripulire il cerchio dal vecchio mastice prima di rincollare i nuovi tubolari. Molta calma e precisione per alloggiare e centrare il tubolare leggermente gonfiato. Ora manca soltanto il riassemblaggio.
Le sfere, trovate dopo aver girato un paio di vecchi rivenditori di bici, quelli per intenderci che mantengono gli scaffali di una volta dove poter rimestare tra stupore negl'occhi e calibro pronto per misurare spessori e lunghezze, ci sono, il grasso abbonda e cosi inizio pieno di smania ad ingrassare il mio cavallo. Presto capisco che non è importante ricordarsi quante sfere ci fossero state per cono. Ci si regola con lo spazio e dall'affinità tra cono e controcono affinché il mozzo possa girare ma senza lasco (poi è soltanto una questione di sensibilità).
Il velocipede prende forza ma nel caso di foratura mi accorgo di essere sprovvisto di pompa d'epoca. E fu così che complice l'invito di un amico vespista abituè dei mercatini dell'antiquariato entriamo nell'autodromo di Imola per la mostra scambio auto e moto d'epoca. L'odore della pioggia ci accompagnerà a piedi lungo i cinque km del circuito dove due e quattro ruote hanno segnato la storia dei motori. Ma alla fine bagnato ma soddisfatto me ne ritornerò a casa dopo aver trovato tra gli scatoloni di un rigattiere la pompa che cercavo e soprattutto per aver calcato a piedi curve storiche dell'autodromo Enzo e Dino Ferrari come la Tosa e la Rivazza.
Tutto si stà allineando. Infine l'abbigliamento d'epoca di una squadra di Mestre trovato nella sede del gruppo ciclistico Maerne-Olmo a due passi da casa mia. Qui tra vecchie coppe di gare provinciali polvere che le affascina e dona loro la forza di un tempo riemerge uno scatolone con divise di almeno quarant'anni. L'odore di lana ammuffita non mi ferma dal provarla subito. Un po' stretta ma Eroica!!. Un quasi eroico comincia a prendere forma in uno scantinato.
Si parte. E' la prima volta che viaggio in compagnia di una signorina più vecchia di me. So che mi accompagnerà e non mi tradirà. Arrivo a Gaiole il giorno prima e nel pomeriggio dopo aver visitato l'esposizione di bici, abbigliamento d'epoca e aver avuto il culo di acquistare un paio di scarpe "Detto Pietro" d'epoca fondo di magazzino per 20 euro mi ritiro nello spogliatoio ospiti del campo di calcio di Gaiole dove in un materassino assieme ad altri eroici trascorrerò una notte di pensieri tutti rivolti al mio ferro buono.


Sveglia alle 4 e partenza alla francese alle 5 tra buio e una temperatura frescolina. Per fortuna che oltre ai pantaloncini e alla maglia di lana avevo trovato una tuta d'epoca della squadra che mi proteggerà fino alla prima salita. Partenza. Uno sciame di lucine bianche e rosse si confondono e danno vita ad un armonia che si susseguirà tra vigneti e i borghi antichi. Si sfiora Siena tra cipressi e aspre colline Montalcino nei pressi del Passo del Lume Spento poi Val d' Orcia e Val d'Asso dove la bellezza delle case coloniche rende il paesaggio multiforme. Strade bianche e spazi che trasudano lo spirito di una cultura antica fortunatamente vicina a noi contro tutte le esasperazioni dello sport.
Mordendo il manubrio e sentendo frusciare le ruote sotto di me oltre ai km si susseguono anche i ristori, rigorosamente d'epoca dove è indispensabile fare scorta di pane salumi dolci caserecci un bicchiere di vino rosso e nei pressi di Asciano anche di Ribollita. Riparto dopo l'abbuffata e non posso non ricordare il grande Ginaccio Bartali quando nel '48 ripartiva dai ristori con nelle tasche posteriori mezzo pollo disossato. Eroici che in ogni salita premono sui pedali danzando e forzando la spinta con tutto il corpo.Tenacia e forza di volontà. Quanta fatica!!
Che dire di più provatela. Vi accorgerete che qualcosa vi stupirà, forse il fatto di prendere in giro la società tecnologica di oggi o più nostalgicamente sentirete di aver bisogno di un tempo passato dove uomini con la nostra stessa passione vivevano in un mondo senza essere delle macchine.
Ciao a tutti dal Naturaider Sebastiano Favaro


CARATTERISTICHE TECNICHE
TIPO DI STRADA: ASFALTO,STERRATO
TIPO DI BICICLETTA: IBRIDO, STRADA PER CHI: NATURAIDERS CICLOTURISTI,CICLOAMATORI
PUNTO DI PARTENZA E ARRIVO:GAIOLE IN CHIANTI
LUNGHEZZA:205km DISLIVELLO COMPLESSIVO: 3500 m circa
DIFFICOLTA': IMPEGNATIVO
NOTE: DA AFFRONTARE IN TUTTA TRANQUILLITÀ E NOTEVOLE SPIRITO DI ADATTAMENTO I 112 km DI STRADA BIANCA

 

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